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Until the next time...

domenica 29 luglio 2007

Biografia APP - Pt. 5

Il 1984 fu anche l'anno di "Ammonia Avenue", nuovo album del Project. Pur facendo il titolo riferimento ad un impianto petrol-chimico di Middlesborough, questa volta si tratta di un album dal concept molto più nascosto e aperto a più chiavi interpretative. Per "Ammonia Avenue", Mel Collins venne richiamato al sax per affiancarsi alla band, mentre come vocalist vennero riconfermati Woolfson, Rainbow, Zakatek e Blunstone.



L'anno seguente uscì "Vulture Culture", album che segnò l'entrata definitiva di Richard Cottle ai synths e al sax e che sarebbe rimasto l'unico album del Project senza la presenza di Andrew Powell. In quello stesso 1985, infatti, Powell era impegnato nella realizzazione della colonna sonora del film "Ladyhawke" che vide anche la partecipazione di Parsons e band. La musica per "Ladyhawke" fu infatti scritta e orchestrata da Powell, ma vide la partecipazione di Alan Parsons nelle vesti di produttore ed ingegnere. Se a questo si aggiunge il fatto che nell'album la Philharmonia Orchestra fu accompagnata da Cottle, Bairnson, Paton ed Elliott si capisce come si ebbe a che fare con un disco che sapeva molto di Project.

Biografia interamente tratta dal Parsons Day

sabato 21 luglio 2007

Biografia APP - Pt. 4

Da parte sua, inoltre, Alan Parsons non smise in quegli anni di lavorare come produttore ed ingegnere del suono per altri artisti ed il suo nome, così, fu visto su molti altri album: "Rebel" (1976), "More Miles Per Hour" (1980) e "Sympathy" (1980) di John Miles, "Year Of The Cat" (1977) e "Time Passages" (1978) di Al Stewart, "A Crazy Steal" (1978) degli Hollies, "Two's A Crowd" (1977) dei Pilot, "Somewhere I've Never Travelled" (1976) degli Ambrosia, "Ram" (1977) di Percy Thrillington (versione strumentale dell'album di McCartney), "Lenny Zakatek" (1979) di Zakatek e "It's All Mom's Fault" di Trefethen (1980, dove Alan semplicemente narra una breve frase) nonchè, per aver lavorato in alcune sessions, su album di molti altri artisti, tra i quali The Shadows, Olivia Newton John, Jack Harris e Yvonne Keeley.

Nel 1984 Eric Woolfson decise di dare maggior spazio alla band che ormai da anni seguiva lui ed Alan nei progetti e così il mercato vide la pubblicazione dell'album Keats, il primo ed unico album dell'omonima band. Dietro al nome Keats c'erano David Paton, Ian Bairnson, Stuart Elliott, Colin Blunstone e Peter Bardens (dei Camel). Nell'album suonò anche per la prima volta il tastierista Richard Cottle, che poco dopo sarebbe entrato come membro ufficiale nella band di Parsons. La sostanziale differenza tra "Keats" e gli album del Project sta nel fatto che questa volta i brani non vennero firmati da Woolfson e Parsons, bensì da Blunstone, Elliott, Paton, Bairnson e Bardens, limitando così il ruolo di Parsons a produttore ed ingegnere del suono.


Interamente tratto da The Parsons Day

giovedì 19 luglio 2007

Biografia APP- Pt.3

L'anno seguente (1979) uscì "Eve" il cui concept fu un po' più vago rispetto a quelli degli album precedenti. Ma il tema di "Eve" per quanto elusivo fu, comunque, la donna. Con la line-up ormai stabilizzata, gli unici cambiamenti nella band rispetto al precedente "Pyramid" consistettero come sempre nei vocalist: qui si trovano David Paton, Chris Rainbow, Lenny Zakatek, Clare Torry, Lesley Duncan e Dave Townsend.

"The Turn Of a Friendly Card", uscito nel 1980, fu il quinto album de The Alan Parsons Project. Il tema scelto attorno al quale costruire l'album fu questa volta il gioco d'azzardo ed il rischio in generale. La grande novità fu la presenza di Eric Woolfson nel ruolo di cantante, oltre a quelli ormai consueti di produttore esecutivo e tastierista. Fu la prima volta che Woolfson si cimentò nei lead vocals, ma la sua voce sarebbe diventata d'ora in avanti un altro forte segno di distinzione del Project. L'altra novità vocale dell'album fu la presenza di Elmer Gantry (dei Velvet Opera), che si affianca qui agli usuali Zakatek e Rainbow.

Il 1982 fu l'album che vide la band all'apice del successo con l'album "Eye In The Sky", che raggiunse le vette di tutte le classifiche mondiali: in America l'album raggiunse presto la 7a. posizione, mentre il singolo omonimo, cantato da Woolfson, arrivò sino alla terza. Sebbene il titolo venne preso a prestito dal romanzo di Philip K. Dick, l'album deve anche influenza a "1984" di George Orwell. Come novità, nell'album si ebbe la partecipazione del saxofonista Mel Collins, mentre Parsons venne accreditato per la prima volta al Fairlight. "Eye In The Sky" sarebbe rimasto per sempre il più grande successo del Project e negli anni il singolo omonimo avrebbe trovato posto in innumerevoli raccolte.

All'album seguì "The Best Of The Alan Parsons Project", primo Best Of ufficiale della band. D'ora in avanti, comunque, molte sarebbero state le raccolte di varia sorte dedicate all'ormai celeberrimo Project.



Interamente tratto da The Parsons Day

mercoledì 18 luglio 2007

Biografia APP - Pt. 2

Il passo successivo fu la stipulazione di un contratto per l'etichetta Arista Records, che avrebbe pubblicato negli anni a seguire tutti gli album del Project.
Nel 1977 uscì "I Robot", il cui titolo venne preso a prestito dal noto romanzo fantascientifico di Isaac Asimov. L'album vide una meglio definita line-up, con David Paton al basso, Stuart Tosh alla batteria, Ian Bairnson alle chitarre -tutti e tre della band Pilot-, Woolfson alle tastiere e Parsons al Projectron, oltre comunque ad alcuni session man come il tastierista Duncan Mackay. Il ruolo fondamentale di Parsons, come per il precedente album, restò quello di produttore ed ingegnere. Woolfson fu produttore esecutivo e scrittore dei brani assieme ad Alan, mentre Powell continuò il suo lavoro in qualità di arrangiatore orchestrale. E sarebbero stati questi i rispettivi ruoli che Alan, Eric ed Andrew avrebbero sempre più consolidato nel corso degli anni, lasciando invece in gran parte nelle mani della restante band il compito di suonare e cantare. Ed anche per quanto riguarda i vocalist "I Robot" poteva vantare tra l'altro nomi come Allan Clarke (degli Hollies), Steve Harley, Lenny Zakatek (dei Gonzalez) e Jack Harris. "I Robot" ottenne rapidamente un ottimo successo e raggiunse ben presto il disco di platino, attirando su The Alan Parsons Project gli occhi di critici e fans.
Il 1978 fu l'anno di "Pyramid", terzo album del Project e affascinante concept sull'antico Egitto. Nell'album si possono trovare Parsons, Woolfson e Powell nei loro ormai consueti ruoli, così pure come per Paton, Bairnson, e Mackay, ma "Pyramid" segnò anche una new entry, quella del batterista Stuart Elliott, dei Cockney Rebel, che andò così a sostituire Stuart Tosh. Tra i cantanti spiccano nomi celebri come quelli di Colin Blunstone (ex Zombies), John Miles e Lenny Zakatek. Con "Pyramid", Parsons confermò le grandi qualità del suo Progetto mostrando ormai a chiare lettere le caratteristiche salienti dei propri album: miscele di suoni elettronici ed acustici, orchestrazioni sinfoniche, cori, testi surrealistici, vocalist d'eccezione, l'idea del concept-album e la presenza di brani strumentali.



Tratto interamente dal Parsons Day

martedì 17 luglio 2007

Biografia APP - Pt. 1


Alan Parsons ed Eric Woolfson si incontrarono per la prima volta presso gli Abbey Road Studios nei primi anni '70 durante una delle tante produzioni di Parsons e poco dopo Eric sarebbe divenuto il suo manager. I rapporti tra Alan ed Eric andavano facendosi sempre più stretti e prolifici e Woolfson propose a Parsons la realizzazione di un progetto che da tempo aveva in mente: fare un album ispirato alle opere dello scrittore Edgar Allan Poe, di cui Eric era un grande appassionato. Woolfson, infatti, non credeva di avere la credibilità necessaria né come produttore né come scrittore per portare a termine da solo un tale album e vedeva in Parsons la giusta persona con la quale poter sviluppare il suo progetto.


Era il 1976 quando il sodalizio Woolfson-Parsons diede al mercato il primo album de The Alan Parsons Project, "Tales Of Mystery And Imagination. Edgar Allan Poe". L'album uscì per l'etichetta 20th Century Records ed alla realizzazione presero parte soprattutto artisti d'eccezione che in quegli anni erano stati prodotti da Parsons, come le band Pilot e Ambrosia al completo, John Miles, Arthur Brown ed altri ancora. Il ruolo di Parsons nella realizzazione dell'album fu di scrittore assieme a Woolfson, di produttore e ingegnere del suono, oltre a fare alcuni interventi con chitarre, tastiere e voce. Wolfson, invece, fu anche produttore esecutivo e tastierista. In qualità di arrangiatore orchestrale venne chiamato Andrew Powell che già aveva mostrato le proprie alte qualità lavorando con artisti come Karlheinz Stockhausen, Gyorgi Ligeti, Boulez, Stomu Yamashta, The Hollies, Donovan, Leo Sayer, Al Stewart ed i Cockney Rebel. E Powell firmò anche, assieme a Woolfson e Parsons, la lunga suite "The Fall Of The House Of Usher" che occupa gran parte del secondo lato dell'album.
L'album ottenne immediatamente un buon successo sia commerciale sia di critica e così Eric e Alan, oltre ogni più rosea aspettativa, furono spinti ad andare avanti coi loro progetti. In realtà The Alan Parsons Project non era stato pensato realisticamente come il nome di una vera band, bensì come l'identificazione artistica dei musicisti riuniti per quell'album. Per Parsons e Woolfson, infatti, il progetto non avrebbe avuto seguito e l'album avrebbe dovuto soltanto riportare il titolo, ma la casa discografica impose che fosse anche scritto un nome che identificasse l'artista e così, essendo quello di Alan il nome più noto, venne fuori The Alan Parsons Project.



Tratto interamente dal Parsons Day

lunedì 16 luglio 2007

Biografia Eric Woolfson

Dagli esordi al Project


Eric Woolfson è nato a Glasgow il 18 Marzo 1945. Pianista e compositore, ben presto si trasferì a Londra in cerca di un lavoro che gli avrebbe permesso di mostrare le proprie doti musicali. Giunto nella capitale nei primi anni '60 riuscì a stipulare un contratto con Andrew Loog Oldham, l'allora produttore e manager dei Rolling Stones. Il lavoro di Eric per la compagnia Immediate Music di Oldham consisteva in lavori di sessione come pianista e di compositore per molti artisti: Marienne Faithful, Frank Ifield, Chris Farlowe, Jimmy Page, John Paul Jones, Brian Potter e molti altri. La vena creativa di Woolfson, ormai in piena, lo portò a firmare contratti con molte altre etichette, come la Southern Music per la quale Eric lavorò con Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Tra gli altri principali gruppi coi quali Eric Woolfson lavorò in qualità di scrittore si ricordano gli Herman's Hermits, Dave Berry, The Equals, The Tremoleos, Music Explosion e The Poets.
Sebbene le canzoni da lui scritte venissero registrate da molti artisti in tutta l' Europa, vedendo che guadagnarsi da vivere col lavoro di scrittore non era cosa facile, Eric decise di tentare il lavoro di manager. Due dei primi artisti che si rivolsero ad Eric per il management furono Carl Douglas e, finalmente, Alan Parsons.



Tratta interamente dal Parsons Day

Biografia Alan Parson

Dagli esordi al Project


Alan Parsons è nato a Londra il 20 Dicembre 1948 da Jean e Denys Parsons. Durante la scuola studia pianoforte e flauto, ed all'età di 14 anni forma a Westminster la sua prima cover band nell'inaspettata veste di bassista. La sua partecipazioni in band locali giovanili lo portò poco dopo a formare prima una band chiamata The Steps, poi una blues band chiamata London nella quale Alan suonava la chitarra solista. Con quest'ultima band realizzò anche un album che però poi non venne mai pubblicato e di quel nastro ora si sono completamente perse le tracce.
Appassionato di elettronica, terminata la scuola all'età di 16 anni Alan trovò lavoro presso un laboratorio di ricerche in campo televisivo presso la EMI, ad Hayes, nel Middlesex, passando però presto al reparto duplicazione nastri.
Grande fan dei Beatles, desideroso di realizzare il suo sogno di incontrare i quattro miti e soprattutto di apprendere come era stato loro possibile mettere insieme un album come Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, decise che avrebbe dovuto tentare di ottenere un lavoro presso i prestigiosi Abbey Road Studios. Detto fatto: presentata la domanda di assunzione, nel giro di dieci giorni ottenne un inaspettato trasferimento agli Abbey Road Studios. Realizzato il suo sogno, avrebbe ora fatto gavetta per apprendere tutti i segreti di uno studio di registrazione. Agli inizi le sue mansioni di apprendista erano quelle modeste di tuttofare, ma Alan ebbe così la possibilità di lavorare con molti artisti e di tuffarsi in generi musicali differenti.
Quand'era agli Abbey Road Studios, Alan venne un giorno mandato agli Apple Studios per sistemare apparecchiature mal funzionanti e vi arrivò proprio quando i Beatles stavano registrando l'album "Let It Be". Poter stare in studio con i Beatles fu per Alan l'aver raggiunto l'apice delle proprie aspettative, ma ancora non sapeva che poco dopo il suo coinvolgimento con loro sarebbe notevolmente aumentato. Il passo successivo, infatti, fu molto importante: era il 1968 e Parsons lavorò come operatore ai nastri/assistente ingegnere del suono e tuttofare per l'album "Abbey Road" dei Beatles.
"Abbey Road" fu l'ultimo album dei Beatles e Parsons non ebbe più occasione di lavorare su un album del quartetto di Liverpool. Comunque, il prossimo lavoro di Alan in qualità di assistente di studio fu per l'album di debutto della carriera solista di Paul Mc Cartney, "Mc Cartney"(1970). Alan ritornò poi l'anno seguente per l'album "Wildlife", il terzo di Paul Mc Cartney & Wings, questa volta nel ruolo più impegnato di tecnico anziché di assistente, e col successivo "Red Rose Speedway" (1973) Alan Parsons cominciò realmente a mettersi in luce. Nel 1970 Alan fece anche alcune sessions per l'album di un altro ex-Beatles, "All Things Must Pass" di George Harrison, mentre nel 1971 lo vediamo collaborare in sessions per l'album "Stormcock" di Roy Harper.
Nel frattempo un'altra famosa band della quale la EMI poteva andare fiera erano gli Hollies ed anche per loro Parsons fu ingegnere del suono, negli album "He Ain't Heavy, He's My Brother" (1969), "Distant Light" (1972) e "Romany" (1973), inclusa anche una delle loro più classiche canzoni: "The Air That I Breathe"('73).
In quegli stessi anni Alan Parsons lavorò su alcuni album dei Barclay James Harvest tra cui "Once Again", del 1970. Il suo coinvolgimento con la band pur non essendo estremamente rilevante impegnò però Alan non solo nel ruolo di operatore ai nastri ed ingegnere del suono, ma anche di musicista suonando la Jew's Harp. Erano questi anni in cui Alan si trovava a prestare i propri sforzi per sessions destinate ad album di differenti artisti, come i Kayak (per l'album "See See The Sun", 1973), Marvin/Welch/Farrar ("Second Opinion", 1973), Terry Sylvester ("I Believe", 1974), Roy Wood ("Boulders" e "Wizzard Brew", 1973), ed altri ancora.
Entrato ormai nel giro ed avendo iniziato a dimostrare le proprie alte qualità di tecnico del suono, Alan ottenne presto lavoro per la band che lo avrebbe consacrato per la prima volta come sound engineer: i Pink Floyd.Dopo essere stato assistente per alcune sessions di "Ummagumma" (1969) ed aver mixato l'album "Atom Heart Mother" (1970), venne infatti richiamato nel '73 in veste di ingegnere capo per un album che sarebbe entrato nella storia della musica: "The Dark Side Of The Moon". Il successo dell'album fu strepitoso ed Alan ottenne anche una nomination al Grammy Award come miglior ingegnere del suono. Dopo questo grande successo la band decise di realizzare un album suonato totalmente senza strumenti (ovvero usando oggetti vari, come elastici e bottiglie, al posto dei classici strumenti) ed in questo si avvalsero di Alan Parsons come ingegnere del suono. Ma il progetto fu presto abbandonato quando dopo sei settimane si era giunti ad ottenere soltanto un minuto e mezzo di musica; ma quella sorta di effetti sonori fino ad allora registrati non furono buttati, bensì utilizzati per l'album seguente, "Wish You Were Here" (possono essere uditi, infatti, all'inizio di "Shine On You Crazy Diamond").
A questo punto, Alan Parsons cominciò a ricevere offerte non solo come ingegnere, ma anche come produttore, ed uno dei primi artisti che si rivolse a lui per esigenze di produzione fu Steve Harley coi suoi Cockney Rebel. Era il 1974 ed il singolo "Judy Teen" dei Cockney Rebel, prodotto da Parsons, raggiunse immediatamente i vertici delle classifiche. Pochi mesi dopo i Cockney Rebel pubblicarono l'album "The Psychomodo", prodotto anch'esso da Alan. Sempre nel 1974 Alan Parsons fu inoltre produttore ed ingegnere del suono per l'album di debutto dei Pilot, "From The Album Of The Same Name", mentre l'anno seguente per il successivo "Second Flight".
Il 1975 fu per Parsons un anno molto importante perchè le offerte di lavoro che ora gli venivano proposte non provenivano più soltanto dalla EMI, ma anche da altre case discografiche. In quell'anno, infatti, lavorò alla produzione ed al mixaggio delll'album "Ambrosia" della band omonima, nonchè come ingegnere e produttore per l'album solista di Dean Ford dall'omonimo titolo, per "The Best Years Of Our Lives" di Steve Harley And Cockney Rebel, come ingegnere, produttore ed in un brano anche nella veste di arrangiatore per l'album "Modern Times" di Al Stewart e diede vita assieme ad Eric Woolfson, da qualche tempo suo manager, al celebre Project.

Tratto dal sito Parsons Day

domenica 15 luglio 2007

Promozione Projectologa è arrivata!!!

Ciao a tutti!!

Sono una fan del Project da circa 3 anni ma sono ormai diventata un mostro!! Vorrei che tutti sapessero le emozioni che questo anomalo gruppo può trasmettere quindi quale miglior idea di un blog??? Spero di avere il tempo a disposizione per per poter arricchire le pagine di questo diario con succose notizie.
Se volete saperne di più riguardo a questo magnifico mondo o se volete essere sempre aggiornati sulle novità a riguardo vi consiglio di tenere d'occhio i link qui di seguito.
E che dire di più...
UNTIL THE NEXT TIME