Photo Sharing and Video Hosting at Photobucket
Lasciate pure un commento, una frase o semplicemente un saluto. Non c'è necessità di alcuna registrazione.
Until the next time...

lunedì 16 luglio 2007

Biografia Alan Parson

Dagli esordi al Project


Alan Parsons è nato a Londra il 20 Dicembre 1948 da Jean e Denys Parsons. Durante la scuola studia pianoforte e flauto, ed all'età di 14 anni forma a Westminster la sua prima cover band nell'inaspettata veste di bassista. La sua partecipazioni in band locali giovanili lo portò poco dopo a formare prima una band chiamata The Steps, poi una blues band chiamata London nella quale Alan suonava la chitarra solista. Con quest'ultima band realizzò anche un album che però poi non venne mai pubblicato e di quel nastro ora si sono completamente perse le tracce.
Appassionato di elettronica, terminata la scuola all'età di 16 anni Alan trovò lavoro presso un laboratorio di ricerche in campo televisivo presso la EMI, ad Hayes, nel Middlesex, passando però presto al reparto duplicazione nastri.
Grande fan dei Beatles, desideroso di realizzare il suo sogno di incontrare i quattro miti e soprattutto di apprendere come era stato loro possibile mettere insieme un album come Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, decise che avrebbe dovuto tentare di ottenere un lavoro presso i prestigiosi Abbey Road Studios. Detto fatto: presentata la domanda di assunzione, nel giro di dieci giorni ottenne un inaspettato trasferimento agli Abbey Road Studios. Realizzato il suo sogno, avrebbe ora fatto gavetta per apprendere tutti i segreti di uno studio di registrazione. Agli inizi le sue mansioni di apprendista erano quelle modeste di tuttofare, ma Alan ebbe così la possibilità di lavorare con molti artisti e di tuffarsi in generi musicali differenti.
Quand'era agli Abbey Road Studios, Alan venne un giorno mandato agli Apple Studios per sistemare apparecchiature mal funzionanti e vi arrivò proprio quando i Beatles stavano registrando l'album "Let It Be". Poter stare in studio con i Beatles fu per Alan l'aver raggiunto l'apice delle proprie aspettative, ma ancora non sapeva che poco dopo il suo coinvolgimento con loro sarebbe notevolmente aumentato. Il passo successivo, infatti, fu molto importante: era il 1968 e Parsons lavorò come operatore ai nastri/assistente ingegnere del suono e tuttofare per l'album "Abbey Road" dei Beatles.
"Abbey Road" fu l'ultimo album dei Beatles e Parsons non ebbe più occasione di lavorare su un album del quartetto di Liverpool. Comunque, il prossimo lavoro di Alan in qualità di assistente di studio fu per l'album di debutto della carriera solista di Paul Mc Cartney, "Mc Cartney"(1970). Alan ritornò poi l'anno seguente per l'album "Wildlife", il terzo di Paul Mc Cartney & Wings, questa volta nel ruolo più impegnato di tecnico anziché di assistente, e col successivo "Red Rose Speedway" (1973) Alan Parsons cominciò realmente a mettersi in luce. Nel 1970 Alan fece anche alcune sessions per l'album di un altro ex-Beatles, "All Things Must Pass" di George Harrison, mentre nel 1971 lo vediamo collaborare in sessions per l'album "Stormcock" di Roy Harper.
Nel frattempo un'altra famosa band della quale la EMI poteva andare fiera erano gli Hollies ed anche per loro Parsons fu ingegnere del suono, negli album "He Ain't Heavy, He's My Brother" (1969), "Distant Light" (1972) e "Romany" (1973), inclusa anche una delle loro più classiche canzoni: "The Air That I Breathe"('73).
In quegli stessi anni Alan Parsons lavorò su alcuni album dei Barclay James Harvest tra cui "Once Again", del 1970. Il suo coinvolgimento con la band pur non essendo estremamente rilevante impegnò però Alan non solo nel ruolo di operatore ai nastri ed ingegnere del suono, ma anche di musicista suonando la Jew's Harp. Erano questi anni in cui Alan si trovava a prestare i propri sforzi per sessions destinate ad album di differenti artisti, come i Kayak (per l'album "See See The Sun", 1973), Marvin/Welch/Farrar ("Second Opinion", 1973), Terry Sylvester ("I Believe", 1974), Roy Wood ("Boulders" e "Wizzard Brew", 1973), ed altri ancora.
Entrato ormai nel giro ed avendo iniziato a dimostrare le proprie alte qualità di tecnico del suono, Alan ottenne presto lavoro per la band che lo avrebbe consacrato per la prima volta come sound engineer: i Pink Floyd.Dopo essere stato assistente per alcune sessions di "Ummagumma" (1969) ed aver mixato l'album "Atom Heart Mother" (1970), venne infatti richiamato nel '73 in veste di ingegnere capo per un album che sarebbe entrato nella storia della musica: "The Dark Side Of The Moon". Il successo dell'album fu strepitoso ed Alan ottenne anche una nomination al Grammy Award come miglior ingegnere del suono. Dopo questo grande successo la band decise di realizzare un album suonato totalmente senza strumenti (ovvero usando oggetti vari, come elastici e bottiglie, al posto dei classici strumenti) ed in questo si avvalsero di Alan Parsons come ingegnere del suono. Ma il progetto fu presto abbandonato quando dopo sei settimane si era giunti ad ottenere soltanto un minuto e mezzo di musica; ma quella sorta di effetti sonori fino ad allora registrati non furono buttati, bensì utilizzati per l'album seguente, "Wish You Were Here" (possono essere uditi, infatti, all'inizio di "Shine On You Crazy Diamond").
A questo punto, Alan Parsons cominciò a ricevere offerte non solo come ingegnere, ma anche come produttore, ed uno dei primi artisti che si rivolse a lui per esigenze di produzione fu Steve Harley coi suoi Cockney Rebel. Era il 1974 ed il singolo "Judy Teen" dei Cockney Rebel, prodotto da Parsons, raggiunse immediatamente i vertici delle classifiche. Pochi mesi dopo i Cockney Rebel pubblicarono l'album "The Psychomodo", prodotto anch'esso da Alan. Sempre nel 1974 Alan Parsons fu inoltre produttore ed ingegnere del suono per l'album di debutto dei Pilot, "From The Album Of The Same Name", mentre l'anno seguente per il successivo "Second Flight".
Il 1975 fu per Parsons un anno molto importante perchè le offerte di lavoro che ora gli venivano proposte non provenivano più soltanto dalla EMI, ma anche da altre case discografiche. In quell'anno, infatti, lavorò alla produzione ed al mixaggio delll'album "Ambrosia" della band omonima, nonchè come ingegnere e produttore per l'album solista di Dean Ford dall'omonimo titolo, per "The Best Years Of Our Lives" di Steve Harley And Cockney Rebel, come ingegnere, produttore ed in un brano anche nella veste di arrangiatore per l'album "Modern Times" di Al Stewart e diede vita assieme ad Eric Woolfson, da qualche tempo suo manager, al celebre Project.

Tratto dal sito Parsons Day

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se anche solo avesse preparato il the nelle sessioni di Abbey Road (ed invece ha fatto di più)meriterebbe, come tutto quello staff della EMI, un monumento....
Ha la stima di Paul McCartney.
Quanto basta.

Anonimo ha detto...

Vero. La EMI del 65-70, fu una nidiata di geni purissimi.