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martedì 16 ottobre 2007
lunedì 20 agosto 2007
domenica 29 luglio 2007
Biografia APP - Pt. 5
L'anno seguente uscì "Vulture Culture", album che segnò l'entrata definitiva di Richard Cottle ai
Biografia interamente tratta dal Parsons Day
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Vulture Culture
sabato 21 luglio 2007
Biografia APP - Pt. 4
Da parte sua, inoltre, Alan Parsons non smise in quegli anni di lavorare come produttore ed ingegnere del suono per altri artisti ed il suo nome, così, fu visto su molti altri album: "Rebel" (1976), "More Miles Per Hour" (1980) e "Sympathy" (1980) di John Miles, "Year Of The Cat" (1977) e "Time Passages" (1978) di Al Stewart, "A Crazy Steal" (1978) degli Hollies, "Two's A Crowd" (1977) dei Pilot, "Somewhere I've Never Travelled" (1976) degli Ambrosia, "Ram" (1977) di Percy Thrillington (versione strumentale dell'album di McCartney), "Lenny Zakatek" (1979) di Zakatek e "It's All Mom's Fault" di Trefethen (1980, dove Alan semplicemente narra una breve frase) nonchè, per aver lavorato in alcune sessions, su album di molti altri artisti, tra i quali The Shadows, Olivia Newton John, Jack Harris e Yvonne Keeley.
Interamente tratto da The Parsons Day
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The Alan Parsons Project
giovedì 19 luglio 2007
Biografia APP- Pt.3




All'album seguì "The Best Of The Alan Parsons Project", primo Best Of ufficiale della band. D'ora in avanti, comunque, molte sarebbero state le raccolte di varia sorte dedicate all'ormai celeberrimo Project.
Interamente tratto da The Parsons Day
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The Best of
mercoledì 18 luglio 2007
Biografia APP - Pt. 2
Il passo successivo fu la stipulazione di un contratto per l'etichetta Arista Records, che avrebbe pubblicato negli anni a seguire tutti gli album del Project.
Nel 1977 uscì "I Robot", il cui titolo venne preso a prestito dal noto romanzo fantascientifico di Isaac Asimov. L'album vide una meglio definita line-up, con David Paton al basso, Stuart Tosh alla batteria, Ian Bairnson alle chitarre -tutti e tre della band Pilot-, Woolfson alle tastiere e Parsons al Projectron, oltre comunque ad alcuni session man come il tastierista Duncan Mackay. Il ruolo fondamentale di Parsons, come per il precedente album, restò quello di produttore ed ingegnere. Woolfson fu produttore esecutivo e scrittore dei brani assieme ad Alan, mentre Powell continuò il suo lavoro in qualità di arrangiatore orchestrale. E sarebbero stati questi i rispettivi ruoli che Alan, Eric ed Andrew avrebbero sempre più consolidato nel corso degli anni, lasciando invece in gran parte nelle mani della restante band il compito di suonare e cantare. Ed anche per quanto riguarda i vocalist "I Robot" poteva vantare tra l'altro nomi come Allan Clarke (degli Hollies), Steve Harley, Lenny Zakatek (dei Gonzalez) e Jack Harris. "I Robot" ottenne rapidamente un ottimo successo e raggiunse ben presto il disco di platino, attirando su The Alan Parsons Project gli occhi di critici e fans.
Il 1978 fu l'anno di "Pyramid", terzo album del Project e affascinante concept sull'antico Egitto. Nell'album si possono trovare Parsons, Woolfson e Powell nei loro ormai consueti ruoli, così pure come per Paton, Bairnson, e Mackay, ma "Pyramid" segnò anche una new entry, quella del batterista Stuart Elliott, dei Cockney Rebel, che andò così a sostituire Stuart Tosh. Tra i cantanti spiccano nomi celebri come quelli di Colin Blunstone (ex Zombies), John Miles e Lenny Zakatek. Con "Pyramid", Parsons confermò le grandi qualità del suo Progetto mostrando ormai a chiare lettere le caratteristiche salienti dei propri album: miscele di suoni elettronici ed acustici, orchestrazioni sinfoniche, cori, testi surrealistici, vocalist d'eccezione, l'idea del concept-album e la presenza di brani strumentali.


Tratto interamente dal Parsons Day
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The Alan Parsons Project
martedì 17 luglio 2007
Biografia APP - Pt. 1
Era il 1976 quando il sodalizio Woolfson-Parsons diede al mercato il primo album de The Alan
L'album ottenne immediatamente un buon successo sia commerciale sia di critica e così Eric e Alan, oltre ogni più rosea aspettativa, furono spinti ad andare avanti coi loro progetti. In realtà The Alan Parsons Project non era stato pensato realisticamente come il nome di una vera band, bensì come l'identificazione artistica dei musicisti riuniti per quell'album. Per Parsons e Woolfson, infatti, il progetto non avrebbe avuto seguito e l'album avrebbe dovuto soltanto riportare il titolo, ma la casa discografica impose che fosse anche scritto un nome che identificasse l'artista e così, essendo quello di Alan il nome più noto, venne fuori The Alan Parsons Project.
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